Estate II (o Il Grande Bluff)

Ti ricordo seduta, seduta sulla spiaggia,

il tempo immobile, la giovinezza eterna;

mani sulle ginocchia, non guardavi

in foto, non guardavi me;

quelle estati non cambiavano mai,

le si attendevano tutto l’anno; poi

arrivavano ed erano sempre le stesse:

una gran rassicurazione, beati vent’anni!

E tu, allora, mi credevi tanto speciale,

vivo ed affascinante; per le mie incapacità

cantate come un’avventura sensata e letteraria;

magari per un genio in procinto d’esplodere.

Ero bravo e tanto mi riusciva così bene

che ci credetti anche io. Ma ero un solo un bluff,

oggi te lo posso dire, col sorriso sul viso,

arreso e tranquillo, senza il peso della tristezza

che allora m’avvolgeva e teneva a una vita immobile.

Che sensazione fa – tu che mi portavi,

con piacente orgoglio, sul palmo della mano –,

che sensazione fa, oggi sentirmelo dire? Ci crederai?

Ma non ero altro che un bluff, un gran bel bluff.

                                                                     [2011]

Questa voce è stata pubblicata in Dizionario dei miti d'epoca e contrassegnata con , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento